Il segno di Tanit in Sicilia

"«Il «Centro Studi Dino Grammatico» ed il «Rotary Trapani-Erice» hanno promosso la pubblicazione del volume «Il segno di Tanit in Sicilia - Conservazione di un bene archeologico nel territorio custonacese» di Maria Castiglione. La cittadina collinare può vantare, infatti, di “possedere” circa una decina di steli, che sarebbe il caso di collocare all’interno di un «sistema locale di offerta turistica».

Queste steli di forma cuspidata, collocate verosimilmente per delimitare una strada o un’area sacra, presentano su di un lato una figura antropomorfa in bassorilievo, che si avvicina moltissimo al cosiddetto «segno di Tanit». Secondo la teoria più diffusa a Cartagine, in un ben determinato periodo storico-religioso (V secolo a.C.), venne introdotto un nuovo culto verso la «dea Tanit», che ovviamente approdò in poco tempo anche nelle numerose colonie puniche del Mediterraneo. Le steli di Custonaci presentano anch’esse un bassorilievo che si richiama, come detto, all’iconografia del «segno di Tanit» (che comunque è stato quasi sempre trovato all’interno delle necropoli), ma presenta tuttavia un’originale base arcuata che non è comparabile a nessun altra immagine conosciuta nel mondo fenicio. Per il prof. Gioacchino Falsone, noto fenicista della «Facoltà di Lettere» dell’Università di Palermo, sono «uniche al mondo» per la loro particolare e rara tipologia. In questo senso, se realmente questo fosse il «segno di Tanit», potrebbe essere o una maldestra riproduzione locale o magari, viceversa, potrebbe rappresentare simbolicamente un’iconografia (falce lunare con le punte rivolte verso l’alto, la chiglia di una nave, etc..) già ampiamente diffusa nel mondo punico e che spesso è stata affiancata a questo simbolo religioso. Al di là delle valutazioni prettamente scientifiche l’auspicio, soprattutto a seguito di questo considerevole studio realizzato da Maria Castiglione, del «Centro Studi Dino Grammatico» e del «Rotary Trapani-Erice» è quello di poter vedere l’istituzione a Custonaci di un «parco delle steli puniche», con annesse possibilmente delle aule didattiche a fini turistici dove proiettare delle video-animazioni per i visitatori. Aggiungere un altro tassello, infatti, alla crescita culturale di Custonaci, con un’evidente proiezione turistica e quindi una sensibile ricaduta economica, è certamente, a nostro modesto avviso, una strada che va percorsa ed alla quale le Istituzioni non possono, e non devono, in alcun modo sottrarsi dal realizzare».